Michele Lacava fu un medico, ma scrisse anche di storia, archeologia, economia, politica, credito popolare e igiene. Fu un lavoratore instancabile e un "apostolo" della sua terra.
Cronologia degli Eventi e delle Opere di Michele Lacava:
1840 (17 marzo): Nasce a Corleto Perticara, nella provincia di Basilicata, figlio di Giuseppe Domenico Lacava e Brigida Francolino.
Periodo Giovanile: Studia materie umanistiche sotto la guida dello zio sacerdote Pietro Cantore Lacava, e successivamente gli studi letterari presso l'istituto privato del sacerdote Luigi Campagnoli a S. Chirico Raparo.
1856 (età 16): Si trasferisce a Napoli. Studia filosofia con Bruno Fabbricatore, chimica con i professori Guarini e Ceppa. In seguito, frequenta il corso di scienze naturali e mediche all'Università degli Studi di Napoli, seguendo le lezioni del professor Buonomo.
1860 (6 aprile): Da giovane universitario, è tra i promotori di una manifestazione a Napoli in largo S. Francesco da Paola, sostenendo l'insurrezione siciliana e lanciando il grido "Viva l'Italia una, sotto lo scettro di Vittore Emanuele".
1860 (agosto): Partecipa attivamente all'insurrezione lucana. È tra i primi della gioventù lucana a dedicare la propria vita alla patria. Diventa ufficiale di ordinanza del Colonnello Camillo Boldoni. Si unisce all'esercito garibaldino come luogotenente nella Brigata di Basilicata, sotto il comando del Colonnello Corte.
1860 (13 agosto): Cura una lussazione al piede di Nicolò Mignona, infortunatosi durante l'attraversamento del fiume Agri.
1860 (2, 15, 30, 31 ottobre): Prende parte a diversi combattimenti. Viene lodato per il suo valore e riceve una medaglia al valor militare firmata da Garibaldi (il brevetto gli sarà comunicato solo dopo la morte).
1861: Consegue la laurea in medicina all'Università di Napoli.
1861 (7 giugno): A Napoli, in occasione della prima festa nazionale, gli viene affidata la bandiera universitaria.
1861 (1° agosto): Suo padre, Giuseppe Domenico Lacava, viene assassinato dai briganti nel bosco di Rifreddo.
Subito dopo la laurea in medicina: Studia chirurgia all'Università di Pavia con i professori Parravicini e Porta, conseguendo la laurea con "Valde bene".
Per dodici anni (al suo ritorno in patria): Esercita la professione medica.
1866: Si arruola come semplice volontario nella spedizione del Tirolo. Ricopre le funzioni di tenente medico e successivamente di tenente comandante di compagnia.
1866 (3 luglio): Partecipa allo scontro d'armi a Monte Suello. In quell'occasione, cura Garibaldi dopo che questi fu ferito, conservando un pezzo della benda. Su incarico del Colonnello Bertani, organizza un ospedale da campo a Vestone per curare i feriti garibaldini e austriaci.
Dopo la guerra del 1866: Riprende l'attività di medico e inizia la sua prolifica carriera di scrittore.
1867: Pubblica il suo primo lavoro giovanile, "Le Nazionalità europee; ossia reparto dell'Europa secondo il principio di Nazionalità e sommaria descrizione dei luoghi e dei popoli in essa contenuti".
1870: Partecipa agli scavi di Ercolano.
Dal 1873: Inizia a pubblicare articoli professionali sulla "Lucania medica".
1873 (2 agosto): Nel Consiglio provinciale di Basilicata, propone di ripristinare l'antico nome "Lucania" per la provincia di Potenza. La proposta viene approvata dal consiglio ma non dal governo nazionale.
1874: In risposta a Giacomo Racioppi, pubblica l'opuscolo "La Lucania rivendicata nel suo nome". Nello stesso periodo, o poco prima, pubblica "Sommaria descrizione della Lucania" (prima in appendice al giornale "La nuova Lucania", poi separatamente).
1874: Viene eletto consigliere provinciale del mandamento di Calvello.
1876: Pubblica "Citazioni storiche e documenti raccolti in ridifesa del nome di Lucania", continuando la sua difesa del nome della regione.
1876: Viene nominato ispettore degli scavi di Metaponto.
Senza data precisa, ma in questo periodo: Inizia a occuparsi di opere pie e viabilità. Scrive "Le Opere pie nella Provincia di Lucania" e "La viabilità nella Provincia di Lucania". Come deputato provinciale, contribuisce a far accettare in Parlamento "Il voto al governo per le ferrovie della Basilicata".
In questo periodo: Pubblica anche "L'Idroorografia di Basilicata" (o "Oro, idrografia di Basilicata").
1879: Accompagna l'archeologo francese François Lenormant in un'escursione archeologica nell'Italia meridionale.
1881: Pubblica una "Memoria sulla Topografia e storia di Metaponto" (prima su "La Nuova Lucania", poi separatamente), che sarà un riassunto ampliato dell'opera maggiore successiva.
1884 (10 settembre): Cura e offre ai Sovrani d'Italia l'"Album della Provincia di Basilicata", contenente 38.000 firme e illustrazioni di costumi, paesi e monumenti lucani.
1884: Pubblica "Gli stemmi della provincia e dei comuni di Basilicata", che accompagna l'Album.
1885: Pubblica "I cordoni sanitarii, la scienza e l'umanità (con disamina dei lazzaretti della città di Potenza)", criticando le misure di isolamento durante l'epidemia di colera del 1884.
1885 (o 1886): Redige una relazione sulle "Condizioni igienico-sanitarie della provincia di Basilicata".
1887: Organizza la "Prima Mostra Enologica, tenuta in Potenza".
1888: Organizza la "Seconda Mostra Enologica tenuta in Potenza".
1889: Pubblica "Antico pozzo sepolcrale trovato nei pressi di Lavello".
1889: Pubblica la monografia "Mario Pagano" (Potenza), in onore del giurista.
1889: Pubblica la monografia "I bagni di Latronico" sulle acque minerali locali.
1890: Pubblica "Antichità lucane".
Dal 1890: Contribuisce con articoli archeologici per la rivista "Arte e Storia" di Firenze.
1890: Pubblica "La cronistoria documentata della rivoluzione di Basilicata del 1860 e delle cospirazioni che la precedettero". Questo monumentale volume di oltre 1000 pagine è considerato l'opera "più importante della sua carriera da scrittore", basato su documenti inediti e testimonianze personali.
1891: Completa i suoi studi archeologici con l'opera "Topografia e storia di Metaponto" (400 pagine), premiata dall'Accademia Reale di Napoli. Fu il primo a identificare il tempio di Metaponto come dedicato ad Apollo Lycio. Contribuì al restauro del tempio di Minerva a Metaponto e donò pergamene alla Società di Storia Patria.
1891: Pubblica "Blanda città lucana intieramente distrutta" (inserita in "Arte e Storia").
1891: Pubblica "Del sito di Blanda, di Lao e di Tebe Lucana".
1891: Pubblica "Per l'inaugurazione del monumento a Mario Pagano in Brienza", contenente documenti inediti e discorsi.
Probabilmente 1891: Pubblica la monografia su "Luigi Ferrarese", dottore in scienza psichiatrica.
Senza data precisa, ma in questo periodo: Scrive "Numistrone e sue vicinanze".
Senza data precisa, ma in questo periodo: Pubblica "Le città pelasgiche in Basilicata", frutto delle sue ricerche su antiche città lucane sconosciute, tradotta in francese e pubblicata sulla "Gazette Archéologique".
1892 (18 dicembre): Viene nominato socio dell'Accademia Pontaniana.
1893: Pubblica "Le mura megalitiche di Atena Lucana, in relazione colla prisca popolazione italica" (negli "Atti dell'Accademia Pontaniana").
1893: Pubblica l'opuscolo "Istoria di Atena Lucana".
1894: Pubblica "L'età preistorica nell'antica Lucania" (negli "Atti dell'Accademia Pontaniana").
1895: Tiene una conferenza intitolata "La Basilicata nella storia del Risorgimento italiano", che viene successivamente pubblicata.
1896: Pubblica "La finanza locale in Italia", prima sul periodico "La riforma sociale" e poi come volume a sé, proponendo soluzioni per le difficoltà finanziarie dei comuni.
Senza data precisa, ma in questo periodo: Scrive "Nuova luce sullo sbarco di Sapri" (Memoria letta all'Accademia Pontaniana) e "Commemorazione di Luigi Amabile" (Memoria letta all'Accademia Pontaniana).
1896 (23 luglio): Muore a Torre del Greco, all'età di 56 anni.
Opere pianificate o incompiute al momento della sua morte (1896):
"Storia del brigantaggio in Basilicata".
"Corografia della provincia medesima".
"Raccolta di Canti popolari e voci dialettali dei Basilicani".
"Storia di Potenza" (che avrebbe dovuto coprire la storia della città fino al 1799).
Desiderava ardentemente la fondazione di un Museo Lucano a Potenza per raccogliere i reperti archeologici, un obiettivo che si realizzò anche grazie ai suoi sforzi e che il suo amico R. De Cesare auspicava si realizzasse dopo la sua morte.
Michele Lacava fu un uomo di grande dedizione, lasciando un'eredità significativa nel campo della storia e dell'archeologia della Basilicata.