Michele Lacava fu un "erudito di tante cose", la cui "laboriosa e agitata esistenza fu tutta riscaldata dal desiderio intenso di accrescere il patrimonio della cultura storica e archeologica del nostro Mezzogiorno, e singolarmente della sua nativa Basilicata". Fu un "felice tipo d'ingegno multiforme", scrivendo di storia, archeologia, economia, politica, credito popolare e igiene.
Opere pubblicate da Michele Lacava (in ordine cronologico) - cliccando sul link di ogni opera si accede ad un approfondimento della stessa:
Le Nazionalità europee; ossia reparto dell'Europa secondo il principio di Nazionalità e sommaria descrizione dei luoghi e dei popoli in essa contenuti (Napoli, 1867). Questo fu il suo "primo lavoro", giovanile, pubblicato dopo la campagna del Trentino del 1866.
Articoli professionali sulla "Lucania medica" (dal 1873).
La Lucania rivendicata nel suo nome (Napoli, 1874). Quest'opera fu scritta in risposta alla polemica con Giacomo Racioppi sul ripristino dell'antico nome "Lucania" per la provincia di Potenza, proposta da Lacava stesso nel 1873.
Sommaria descrizione della Lucania (pubblicata in appendice al giornale "La nuova Lucania", e poi ristampata separatamente, contestuale o leggermente precedente a "La Lucania rivendicata nel suo nome").
Citazioni storiche e documenti raccolti in ridifesa del nome di Lucania (Potenza, 1876). Continuò la sua difesa del nome "Lucania", provandone l'uso continuo dalla caduta dell'Impero romano.
Le Opere pie nella Provincia di Lucania. Quest'opera si inserisce nell'ambito del suo interesse per i prodotti locali e la promozione delle banche popolari cooperative.
La viabilità nella Provincia di Lucania. Fu un importante contributo per lo sviluppo delle comunicazioni nella sua terra.
Il voto al governo per le ferrovie della Basilicata. Come deputato provinciale, contribuì a far accettare questa iniziativa nel Parlamento nazionale.
L'Idroorografia di Basilicata (anche nota come "Oro, idrografia di Basilicata"). Quest'opera dimostra la sua profonda conoscenza del territorio lucano.
Le Banche popolari cooperative lucane al Congresso di Bari. Questa relazione fu presentata al Congresso delle Banche Popolari Cooperative, un campo in cui Lacava fu un instancabile promotore.
Memoria sulla Topografia e storia di Metaponto (pubblicata su "La Nuova Lucania" e poi separatamente nel 1881). Questo fu un riassunto ampliato dell'opera maggiore successiva.
Album della Provincia di Basilicata (1884). Curato da Lacava, questo album fu un'offerta ai Sovrani d'Italia, con 38.000 firme e illustrazioni di costumi, paesi e monumenti lucani.
Gli stemmi della provincia e dei comuni di Basilicata (1884). Quest'opera accompagnava l'Album, descrivendo gli stemmi e fornendo un cenno storico di ciascun comune.
Le condizioni igienico-sanitarie della provincia di Basilicata nell'anno 1885. Una relazione "molto seria e interessante" sulle condizioni sanitarie della provincia.
I cordoni sanitarii, la scienza e l'umanità (con disamina dei lazzaretti della città di Potenza) (1885). In questo opuscolo, criticò duramente le pratiche di isolamento sanitario durante l'epidemia di colera del 1884, sostenendone l'inefficacia.
Prima Mostra Enologica, tenuta in Potenza nel 1887.
Seconda Mostra Enologica tenuta in Potenza nel 1888.
Antico pozzo sepolcrale trovato nei pressi di Lavello (1889, pubblicato in "Not. d. scavi").
Mario Pagano (Potenza, 1889). Questa monografia fu pubblicata in onore del giurista Mario Pagano, in occasione della preparazione di un monumento a lui dedicato.
I bagni di Latronico (1889). Una monografia sulle acque minerali di Latronico.
Articoli archeologici per "Arte e Storia" di Firenze (dal 1890).
Antichità lucane (Potenza, 1890).
La cronistoria documentata della rivoluzione di Basilicata del 1860 e delle cospirazioni che la precedettero (1890). Considerata l'opera "più importante della sua carriera da scrittore", un volume monumentale di oltre 1000 pagine, basato su documenti inediti e testimonianze personali, che ricostruisce gli eventi rivoluzionari nel Mezzogiorno.
Le città pelasgiche della Basilicata (tradotta in francese e pubblicata sulla "Gazette Archéologique"). Fu il risultato delle sue ricerche su antiche città lucane sconosciute.
Topografia e storia di Metaponto (1891). Completamento dei suoi studi archeologici, quest'opera di 400 pagine fu premiata dall'Accademia Reale di Napoli. Lacava fu il primo a identificare il tempio di Metaponto come dedicato ad Apollo Lycio.
Blanda città lucana intieramente distrutta (1891, inserita nel giornale "Arte e Storia").
Del sito di Blanda, di Lao e di Tebe Lucana. Una monografia che individuava con esattezza il sito di queste antiche città lucane.
Per l'inaugurazione del monumento a Mario Pagano in Brienza (1891). Questa opera incluse documenti inediti e discorsi tenuti per l'occasione.
Luigi Ferrarese (monografia, pubblicata dopo quella su Mario Pagano, quindi dopo il 1889, probabilmente 1891).
Numistrone e sue vicinanze (monografia).
Le mura megalitiche di Atena Lucana, in relazione colla prisca popolazione italica (pubblicato negli "Atti dell'Accademia Pontaniana", vol. XXIII, 1893).
Istoria di Atena Lucana (opuscolo, 1893).
L'età preistorica nell'antica Lucania (pubblicato negli "Atti dell'Accademia Pontaniana", vol. XXIV, 1894).
La Basilicata nella storia del Risorgimento italiano (conferenza tenuta nel 1895 e successivamente pubblicata).
La finanza locale in Italia (pubblicato nel 1896, inizialmente sul periodico "La riforma sociale", poi come volume a sé). In quest'opera avanzò ipotesi per risolvere le difficoltà finanziarie dei comuni italiani.
Nuova luce sullo sbarco di Sapri (Memoria letta all'Accademia Pontaniana).
Commemorazione di Luigi Amabile (Memoria letta all'Accademia Pontaniana).
Opere pianificate o incompiute al momento della sua morte:
Storia del brigantaggio in Basilicata.
Corografia della provincia medesima.
Raccolta di Canti popolari e voci dialettali dei Basilicani.
Storia di Potenza (avrebbe dovuto coprire la storia della città fino al 1799).
Michele Lacava morì il 23 luglio 1896, all'età di 56 anni, a Torre del Greco. La sua vita fu un esempio di dedizione alla sua terra e alla cultura, lasciando un'eredità di "ricchezza morale" e un "grande contributo alle indagini storiche ed archeologiche intorno alla Basilicata". Il suo desiderio di fondare un Museo Lucano a Potenza, per custodire i reperti archeologici, si realizzò anche grazie ai suoi sforzi.