La Lucania rivendicata pel suo nome
di Michele Lacava
(Editore Antonio Morano - Napoli - Anno 1874)
Lucania il caso del nome perduto. Analisi dell'opera di Michele Lacava con l'ausilio dell'IA - Google NotebookLM
L'opera di Michele Lacava, La Lucania rivendicata nel suo nome, pubblicata nel 1874, è un saggio storico, politico e filologico dedicato al Consiglio Provinciale della Lucania (all'epoca noto come Consiglio Provinciale di Basilicata).
L'obiettivo centrale del lavoro è sostenere con forza la proposta di sostituire l'allora nome ufficiale della provincia, Basilicata, con l'antico e glorioso nome di Lucania.
Di seguito sono riportati i punti salienti dell'opera, presentati in modo chiaro e semplice:
Questioni di Storia e Tradizione: Lacava sostiene che il cambio di nome non è una mera "quisquilia da grammatici o da retori," ma una profonda rivendicazione della storia e della gloria degli antenati. Il nome Lucania racchiude diciotto secoli di storia.
Continuità Etnografica: Nonostante le numerose invasioni barbariche (Goti, Bizantini, Longobardi, Saraceni e Normanni), il "tipo Lucano" e la tradizione del nome non sono mai scomparsi. Il nome Lucania è rimasto vivo nei costumi e nella vita intima del popolo.
Appello al Risorgimento: La scelta di Lucania si riallaccia alle tradizioni risorgimentali. Già la Repubblica Partenopea (1799) e la Costituzione del 1820 avevano usato il nome Lucania. La rivoluzione del 1860 utilizzò il nome di Comitato Lucano, Brigata Lucana e Governo Prodittatoriale Lucano.
Origine Straniera: Il nome Basilicata non deriva da processi interni alla regione, ma è considerato un nome straniero e intruso. Si ritiene che sia sorto durante la dominazione greco-bizantina (fine del X secolo).
Epoca di Oppressione: L'origine più probabile del nome Basilicata si collega all'imperatore bizantino Basilio II, forse in onore della sua vittoria sul Basento contro Ottone II nel 982. Questo nome, per Lacava, è un simbolo di soggezione e rappresenta un'epoca di avvilimento e oppressione.
Problemi Filologici: Lacava critica il nome Basilicata per ragioni pratiche e filologiche, sottolineando che l'aggettivo regionale che ne deriva è comunemente "Basilisco". Questo termine, che si riferisce a creature mitologiche velenose, crea disagio e repulsione, spingendo le persone a volerlo evitare.
Lacava conclude l'opera esortando il Governo a soddisfare il voto unanime della Provincia e a restituire l'antico nome, segno e ricordo di civiltà e libertà, dimenticando l'attuale che è simbolo di avvilimento.
Quali ragioni storiche, politiche, e filologiche giustificano la rivendicazione del nome Lucania?
L'opera di Michele Lacava, La Lucania rivendicata nel suo nome, articola la richiesta di sostituire il nome Basilicata con Lucania su una triplice base di argomenti: storici, politici (o risorgimentali) e filologici.
Lacava sostiene che non si tratta di una "quisquilia da grammatici o da retori", né di una "cosa da celia", ma di una profonda rivendicazione della storia e della gloria degli antenati.
Ecco le ragioni principali che giustificano la rivendicazione del nome Lucania:
Antichità e Gloria del Nome: Il nome Lucania riassume in sé diciotto secoli di storia, che vanno da Ocello Lucano a Orazio Flacco e costituiscono la gloria e la grandezza della regione.
Sintesi Etnografica e Nazionale: Lucania è la sintesi etnografica e nazionale della regione. Nonostante le invasioni barbariche (Goti, Bizantini, Longobardi, Saraceni, Normanni), il "tipo Lucano" non è mai scomparso.
Continuità della Tradizione Popolare: La tradizione del nome Lucania non si è mai estinta. Nonostante abbia potuto perdere la sua "efficacia ufficiale" nei tempi nefasti, si è sempre conservata gelosamente come una "religione di famiglia" nelle tradizioni popolari, nei costumi e nella vita intima del popolo.
Natura Straniera di Basilicata: Il nome Basilicata è definito un nome straniero e intruso, che non deriva da "lavorio di fatti interni" della regione o da una sovrapposizione di civiltà nuova.
Basilicata come Simbolo di Oppressione: L'origine del nome Basilicata, che si ritiene derivi dall'imperatore bizantino Basilio II dopo la vittoria sul Basento nel 982, segna un'epoca di avvilimento e di oppressione per la regione. Il nome deriva dal dominio di un governo "barbaro e imbelle", ed è un simbolo di soggezione e decadenza, un fatto che la storia non può cancellare.
Richiamo alle Istituzioni Nazionali: La scelta del nome Lucania è un atto che si ricollega alle tradizioni risorgimentali. Le parole, secondo Lacava, accendono l'animo a "forti cose".
Uso Storico nei Moti di Libertà: In tutti i momenti cruciali per la libertà della regione, il nome Lucania è stato ripristinato:
La Repubblica Partenopea (1799) chiamò la milizia cittadina Guardia Lucana.
La Costituzione del 1820 denominò la provincia Lucania Orientale.
La Rivoluzione del 1860 utilizzò i nomi di Comitato Lucano, Governo Prodittatoriale Lucano, e Brigata Lucana. Il nome Lucania fu il "talismano" che ravvivava l'amore per la patria.
Modernità e Consuetudine: Il nome Lucania rimane vivo nell'uso contemporaneo, come dimostrano le testate giornalistiche (Corriere Lucano, Nuova Lucania), le opere scientifiche (Flora Lucana), i circoli e i comuni (come Albano di Lucania, Muro Lucano) che hanno aggiunto l'aggettivo Lucano ai loro nomi.
Riconoscimento Esterno e Chiarezza Geografica: Il nome Basilicata è poco noto "al di là del Tronto" e spesso la regione viene confusa con la Calabria. Al contrario, Lucania è facilmente appresa e distinta fin dai primi anni di scuola.
Allineamento Nazionale: Altre regioni italiane risorte, come l'Emilia e l'Umbria, hanno recuperato i loro nomi antichi e nobili, e si chiede che la Basilicata sia equiparata a queste, restituendo il nome di Lucania.
Il Problema del Qualificativo Regionale: Una delle ragioni più impellenti per il cambiamento è che da Basilicata deriva un aggettivo regionale "di cattivo genere": "Basilisco".
Ripugnanza e Uso Popolare: L'appellativo "Basilisco", che evoca creature mitologiche velenose ("bisce, o ceraste, o anfesibene"), è sgradevole e provoca spesso il riso. Il popolo usa istintivamente basilischi per denominare gli abitanti, e questo uso, che è il "gran maestro" in materia di qualificativi regionali, ne stabilisce la ragione filologica nella lingua corrente.
Critica delle Alternative: Le alternative proposte (Basilicano, Basilicaioto, Basilicatese) sono tutte respinte:
Basilicano deriva da basilica (chi è addetto a una basilica) ed è filologicamente scorretto, oltre che potenzialmente peggiore di basilisco.
Basilicaioto non è conforme alle leggi della lingua italiana.
Basilicatese è troppo lungo e non ha "nessun uso di popolo".
Incongruenza Etimologica: Se Basilicata derivasse da un magistrato o uffizio (come proposto da alcuni, es. Basilico), per analogia con altri nomi di giurisdizione (come Esarcato, Ducato, Capitanato), il nome della regione dovrebbe terminare in -ato, non in -ata. La Capitanata stessa era anticamente chiamata Capitanato.